L'IMPERO ROMANO E VADO LIGURE
Quello che vorrei raccontarvi oggi è la storia del paese in cui vivo e dove ho deciso di intraprendere le mie attività,da restauratore d'arte a ristoratore del "Il Pescegatto" .
La prima attività che continuo ad avere dentro di me è quella del restauratore di mobili antichi,un lavoro che ogni giorno mettendo le mani su qualsiasi oggetto,mobile ,dipinto ,ti trasporta in un mondo di tanti anni fa,devi lasciarti avvolgere dalla storia di quello che stai osservando,pian piano scoprire la fattura di come è stato realizzato,trovare i segni degli attrezzi lasciati da un' uomo che viveva 200,300,400 anni fa ,l'emozione prende il sopravvento e allora pensi a come si vestiva ,dove viveva ,chi poteva essere e il periodo in quale la sua vita si svolgeva.
Questo pensiero di immaginare il mondo antico cerco di trasmetterlo nel mio ristorante "il Pescegatto",infatti l'arredamento è sempre di più antico,dai dipinti ,all' illuminazioni fino ai tavoli in cui facciamo accomodare i nostri clienti,infatti ho recentemente acquistato e posizionato al centro della sala un bel Tavolo a Cestello Genovese della metà del 1800 .
L'unione che cerchiamo di offrire è quella della storia dei secoli passati e abbinarla anche al cibo;ad esempio lo sapevate che un noto medico e storico nell'opera "DE ROMANIS PISCIBUS LIBELLUS "1524 riferendosi al PAGELLO fragolino dice:
Pesce gradevole e leggero,adatto alla dieta dei febbricitanti,in quanto essendo freddo ed umido attenua il calore della malattia.
Dà il meglio di s'è fresco,fritto,condito con melograno e spezie ,ed ancora "questo pesce nel suo colore pare sia bagnato in vino rosso..
Ma io vorrei raccontarvi del fascino di questo paese Vado Ligure ma non di quello che si vede nei nostri giorni ma bensì a partire dall antica VADA SABATIA che a scritta sulla famosa "TABULA PEUNTINGERIANA"vantava di ben 3 torri su 5 per importanza della città.
Le origini della città di Vado Ligure sono attribuite al secolo A.C,quando Vado assume maggior definizione dopo esser stata insediamento militare Romano.
L'antico villaggio dell'impero chiamato nei periodi romani Vada Sabatia,si sviluppò infatti intorno ad un campo militare e fu il primo della colonizzazione Romana in Liguria.
Tornando a quanto troviamo sulla Tabula Peuntingeriana che è una copia del secolo XII-XIII D.C.di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero con 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri.
La tabula mostra 200.000 km di strade,ma anche le posizioni delle città,mari,fiumi,foreste,catene montuose e probabilmente era basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C-12a.C. )amico e genero dell'Imperatore Augusto e tra l'altro costruttore del primo Pantheon,in seguito ricostruito totalmente da Adriano nel 123.
Si pensa che la sua redazione fosse finalizzata ad illustrare il CURSUS PUBLICUS cioè la rete viaria sulla quale si svolgeva il traffico dell'Impero.
Sopra vi è mostrato tutto l'Impero Romano,il vicino Oriente e l'India compresa anche la Cina.
Vi sono indicate circa 555 città e altre 3.500 particolarità geografiche come i fari e i santuari importanti .
Eccoci a Vadis Sobates .
In essa si possono leggere le città presenti all'epoca individuata e le rispettive distanze fra loro.
Le città del levante Ligure indicate sono :ALBENTMILLA (ventimiglia)Albingauno(Albenga),Vadis Sobates(Vado Ligure),Vico Virginis(Legino),Alba Docilia(Albisola).
Si nota pertanto come la città di Vado non fosse solo presente tra le poche individuate bensì si rileva come la sua importanza fosse notevolmente superiore alle altre e alla stessa Genova essendo,come detto,un' antico accampamento militare crocevia tra il mare e l'entroterra dell'impero.
Infatti Vadis Sobates è rappresentata con un simbolo di tre torri/case così come Torino,Frèjus e Lucca.
Le altre città non posseggono simbologia e le cittadine di importanza inferiore,tra le quali Genova,all'interno delle provincie dell'impero sono rappresentate con due sole torri/case.
Nella fotografia sottostante si può vedere quanto riportato.
VADA SABATIA ,VADA SABATIORUM,VADIS SOBATES,è nominata numerose volte dagli antichi geografi nei loro trattati cosi come negli itinerari marittimi viene menzionato come VADIS SAVADIS PORTUS,infatti possiamo trovare di quanto detto negli scritti di BRUTO nel I secolo a.C in una lettera a Cicerone,Vada Sabatium è citta dallo storico e geografo Greco STRABONE,
PORTUS VADORUM SABATIUM da PLINIO il vecchio nella "Storia naturale" e ancora SABATIA ricordata dal geografo latino POMPONIO MELA nel suo"DE CHOROGRAPHIA"nel I secolo d.C.
La tradizione vuole che Vado sia stata fondata dai Romani per contrapporsi all'oppido di Savo,colpevole di aver dato rifugio al Cartaginese MAGONE,fratello di ANNIBALE,dopo che lo stesso,nel 205 a.C,aveva distrutto GENOVA ,alleata di ROMA.
Costruita sulle falde di un promontorio,Vado era circondata da vaste zone paludose,da cui il toponimo di STRABONE Vada Sabatium (i guadi dei Sabazi ndr),eliminata in parte per il progressivo arretramento del mare,ma sopratutto per opera di bonifica dei Romani per rendere coltivabili i terreni e per tracciare strade.
Nel 109 a.c. i Romani aprirono il tronco da ACQUI a VADO attraverso la VAL BORMIDA ,dalla via AEMILIA SCAURI,
la strada diretta verso Tortona che,con la costiera via AURELIA e la via JULIA AUGUSTA,VOLUTA DALL'IMPERATORE AUGUSTO,diretta a Ventimiglia e di verso la Gallia e la penisola Iberica,rese Vado un importante nodo per le comunicazioni terrestri e marittime.
La prima attività che continuo ad avere dentro di me è quella del restauratore di mobili antichi,un lavoro che ogni giorno mettendo le mani su qualsiasi oggetto,mobile ,dipinto ,ti trasporta in un mondo di tanti anni fa,devi lasciarti avvolgere dalla storia di quello che stai osservando,pian piano scoprire la fattura di come è stato realizzato,trovare i segni degli attrezzi lasciati da un' uomo che viveva 200,300,400 anni fa ,l'emozione prende il sopravvento e allora pensi a come si vestiva ,dove viveva ,chi poteva essere e il periodo in quale la sua vita si svolgeva.
Questo pensiero di immaginare il mondo antico cerco di trasmetterlo nel mio ristorante "il Pescegatto",infatti l'arredamento è sempre di più antico,dai dipinti ,all' illuminazioni fino ai tavoli in cui facciamo accomodare i nostri clienti,infatti ho recentemente acquistato e posizionato al centro della sala un bel Tavolo a Cestello Genovese della metà del 1800 .
L'unione che cerchiamo di offrire è quella della storia dei secoli passati e abbinarla anche al cibo;ad esempio lo sapevate che un noto medico e storico nell'opera "DE ROMANIS PISCIBUS LIBELLUS "1524 riferendosi al PAGELLO fragolino dice:
Pesce gradevole e leggero,adatto alla dieta dei febbricitanti,in quanto essendo freddo ed umido attenua il calore della malattia.
Dà il meglio di s'è fresco,fritto,condito con melograno e spezie ,ed ancora "questo pesce nel suo colore pare sia bagnato in vino rosso..
Ma io vorrei raccontarvi del fascino di questo paese Vado Ligure ma non di quello che si vede nei nostri giorni ma bensì a partire dall antica VADA SABATIA che a scritta sulla famosa "TABULA PEUNTINGERIANA"vantava di ben 3 torri su 5 per importanza della città.
Le origini della città di Vado Ligure sono attribuite al secolo A.C,quando Vado assume maggior definizione dopo esser stata insediamento militare Romano.
L'antico villaggio dell'impero chiamato nei periodi romani Vada Sabatia,si sviluppò infatti intorno ad un campo militare e fu il primo della colonizzazione Romana in Liguria.
Tornando a quanto troviamo sulla Tabula Peuntingeriana che è una copia del secolo XII-XIII D.C.di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero con 11 pergamene riunite in una striscia di 680 x 33 centimetri.
La tabula mostra 200.000 km di strade,ma anche le posizioni delle città,mari,fiumi,foreste,catene montuose e probabilmente era basata sulla carta del mondo preparata da Marco Vipsanio Agrippa (64 a.C-12a.C. )amico e genero dell'Imperatore Augusto e tra l'altro costruttore del primo Pantheon,in seguito ricostruito totalmente da Adriano nel 123.
Si pensa che la sua redazione fosse finalizzata ad illustrare il CURSUS PUBLICUS cioè la rete viaria sulla quale si svolgeva il traffico dell'Impero.
Sopra vi è mostrato tutto l'Impero Romano,il vicino Oriente e l'India compresa anche la Cina.
Vi sono indicate circa 555 città e altre 3.500 particolarità geografiche come i fari e i santuari importanti .
Eccoci a Vadis Sobates .
In essa si possono leggere le città presenti all'epoca individuata e le rispettive distanze fra loro.
Le città del levante Ligure indicate sono :ALBENTMILLA (ventimiglia)Albingauno(Albenga),Vadis Sobates(Vado Ligure),Vico Virginis(Legino),Alba Docilia(Albisola).
Si nota pertanto come la città di Vado non fosse solo presente tra le poche individuate bensì si rileva come la sua importanza fosse notevolmente superiore alle altre e alla stessa Genova essendo,come detto,un' antico accampamento militare crocevia tra il mare e l'entroterra dell'impero.
Infatti Vadis Sobates è rappresentata con un simbolo di tre torri/case così come Torino,Frèjus e Lucca.
Le altre città non posseggono simbologia e le cittadine di importanza inferiore,tra le quali Genova,all'interno delle provincie dell'impero sono rappresentate con due sole torri/case.
Nella fotografia sottostante si può vedere quanto riportato.
VADA SABATIA ,VADA SABATIORUM,VADIS SOBATES,è nominata numerose volte dagli antichi geografi nei loro trattati cosi come negli itinerari marittimi viene menzionato come VADIS SAVADIS PORTUS,infatti possiamo trovare di quanto detto negli scritti di BRUTO nel I secolo a.C in una lettera a Cicerone,Vada Sabatium è citta dallo storico e geografo Greco STRABONE,
PORTUS VADORUM SABATIUM da PLINIO il vecchio nella "Storia naturale" e ancora SABATIA ricordata dal geografo latino POMPONIO MELA nel suo"DE CHOROGRAPHIA"nel I secolo d.C.
La tradizione vuole che Vado sia stata fondata dai Romani per contrapporsi all'oppido di Savo,colpevole di aver dato rifugio al Cartaginese MAGONE,fratello di ANNIBALE,dopo che lo stesso,nel 205 a.C,aveva distrutto GENOVA ,alleata di ROMA.
Costruita sulle falde di un promontorio,Vado era circondata da vaste zone paludose,da cui il toponimo di STRABONE Vada Sabatium (i guadi dei Sabazi ndr),eliminata in parte per il progressivo arretramento del mare,ma sopratutto per opera di bonifica dei Romani per rendere coltivabili i terreni e per tracciare strade.
Nel 109 a.c. i Romani aprirono il tronco da ACQUI a VADO attraverso la VAL BORMIDA ,dalla via AEMILIA SCAURI,
la strada diretta verso Tortona che,con la costiera via AURELIA e la via JULIA AUGUSTA,VOLUTA DALL'IMPERATORE AUGUSTO,diretta a Ventimiglia e di verso la Gallia e la penisola Iberica,rese Vado un importante nodo per le comunicazioni terrestri e marittime.
Questi collegamenti,ulteriormente potenziati sotto gli imperatori ADRIANO e ANTONINO PIO(delle cui opere sono testimonianza ponti dell'età imperiale che ancora oggi si possono osservare sul torrente Quazzola)e la presenza di un importante porto commerciale in una splendida insenatura naturale protetta da venti,favorirono una fiorente attività commerciale che durò fino al 265 d.C.
Nelle mie recenti ricerche su VADA SABATIA ho trovato questo materiale che vi voglio illustrare ,si tratta di un notiziario archeologico scritto da
Nino Lamboglia (1912-1977), fondatore dell’Istituto
Internazionale di Studi Liguri si può considerare uno dei più importanti
archeologi italiani. Della sua vasta attività scientifica ricordiamo le prime campagne
di scavo nella città romana di Albintimilium –
Ventimiglia (a. 1938-40), in cui applicò tra i primi in Italia il metodo
stratigrafico in un contesto classico, lo scavo della nave romana di Albenga e
la successiva creazione del C.S.A.S., da cui prese
avvio una felice e mai più ripetuta stagione di ricerche sottomarine, lo studio
e l’attenzione per i reperti “minori” rinvenuti durante le ricerche, in
particolar modo le ceramiche, a cui diede sicuramente un contributo tra i più
rilevanti per la classificazione e l’identificazione.
Importante è
anche il suo contributo alla topografia, alla toponomastica, alla storia, della
nostra regione, nonché l’attenzione e il recupero
architettonico dei monumenti medievali di cui intraprese importanti e
fondamentali restauri.
Vi scrivo quanto riportato nel testo dell esplorazione di Vada Sabatia nel 1954
Nell'invernoe nella primavera del 1954 l'archeologia Ligure ha potuto registrare un evento pieno di promesse per il futuro:
Linizio di un'esplorazione sistematica nell'area urbana nell'area dell'antica Vada Sabatia,una delle cinque citta Romane della Liguria marittima(Ventimiglia,Albenga,Vado ,Genova,Luni) localizzata attorno alla chiesa di Vado Ligure ove è tuttora al centro della Città moderna.
All'infuri elle ricerche del benemerito arciprete don Cesare Queirolo,al quale si deve la formazione del primo nucleo del Civico Museo Archeologico di Vado,e ad eccezione di qualche scavo segnalato da Vittori Poggi( Fondatore della Società savonese di Storia Patria, assumendone la vicepresidenza nel 1885, fu socio corrispondente della Società ligure di storia patria e si dedicò agli studi storici su Albisola, città d'origine della sua famiglia, e Savona, ai quali dedicò anche alcune pubblicazioni) e da altri in occasione di nuove costruzioni,nessuno scavo regolare era mai stato compiuto nella zona.
Pietro Baroccelli ( ispettore ai monumenti archeologici per la Soprintendenza del Piemonte e della Liguria)che raccolse le notizie principali su di essa in uno scritto preliminare e sempre fondamentale (Vada Sabatia e la collezione archeologica municipale"Cesare Queirolo in atti della società Savonese Storia patria II)potè scrivere nel 1919 che a Vado "si va perpetrando un sistematico saccheggio di Antichità"e che lo sviluppo delle moderne industri avrebbe reso impossibile ogni futura esplorazione.
Non è stato così perchè a partire dal 1938, grazie all'interessamento del Comune e in particolar modo dal Geometra Andrea Strumia,nominato ispettore onorario per la zona,si è registrato un increscente interesse della popolazione e dell'amministrazione civica per il musewo e per la raccolta di materiali Archeologici.
Nel 1939 fu riordinato da Nino Lamboglia ,in nuove apposite vetrine,il museo creato da Don Queirolo,ne fu redatto un moderno catalogo e ne fu pubblicata la guida nell'opuscolo"Vado Romana",che fa parte della serie degli Itinerari Liguri.
Le nuove scoperte casuali furono da allora quasi sempre segnalate e sistematicamente annotate,ed il museo cominciò ad avere rapido incremento.
Sopravvenuta la guerra ,le collezioni nel 1940 furono sollecitamente sgomberate e messe in salvo dalla soprintendenza delle Antichità della Liguria.L'attesa per il loro ripristino è stata lunga,a causa delle distruzioni belliche nel centro e negli edifici pubblici di Vado e bisognerà aspettare iol Giugno del 1954 per poter riaprire il museo.Ma contemporaneamente l' opera di ricostruzione è venuta a dare un vigoroso ed inatteso impulso alle ricerche archeologiche nel sottosuolo di Vado e si è iniziata la fase dell'esplorazione regolare dell'antica Città,che presto renderà necessaria anche per il museo la scelta di una sede più ampia.
Il progetto di costruzione del palazzo Comunale,nell'area sita di fronte alla chiesa parrocchiale che sulla piazza centrale della città,ha reso necessario lo scavo di un'ampiua zona (metri 35x16) sita entro la cerchia urbana.
L'amministrazione comunale, largamente benemerita per non aver dimenticato ,in mezzo alle preoccupazioni e all'asillo della vita pratica,la necessità di valorizzare le antichità di Vado più di quanto non sia venuto in passato,venne incontro all'esigenza manifestatadella Soprintendenza delle Antichità Liguri,che la ricostruzione del nuovo fabbricato fosse preceduta da una serie di saggi archeologici e dall'eventuale esplorazione completa della zona.
Vi scrivo quanto riportato nel testo dell esplorazione di Vada Sabatia nel 1954
Nell'invernoe nella primavera del 1954 l'archeologia Ligure ha potuto registrare un evento pieno di promesse per il futuro:
Linizio di un'esplorazione sistematica nell'area urbana nell'area dell'antica Vada Sabatia,una delle cinque citta Romane della Liguria marittima(Ventimiglia,Albenga,Vado ,Genova,Luni) localizzata attorno alla chiesa di Vado Ligure ove è tuttora al centro della Città moderna.
All'infuri elle ricerche del benemerito arciprete don Cesare Queirolo,al quale si deve la formazione del primo nucleo del Civico Museo Archeologico di Vado,e ad eccezione di qualche scavo segnalato da Vittori Poggi( Fondatore della Società savonese di Storia Patria, assumendone la vicepresidenza nel 1885, fu socio corrispondente della Società ligure di storia patria e si dedicò agli studi storici su Albisola, città d'origine della sua famiglia, e Savona, ai quali dedicò anche alcune pubblicazioni) e da altri in occasione di nuove costruzioni,nessuno scavo regolare era mai stato compiuto nella zona.
Pietro Baroccelli ( ispettore ai monumenti archeologici per la Soprintendenza del Piemonte e della Liguria)che raccolse le notizie principali su di essa in uno scritto preliminare e sempre fondamentale (Vada Sabatia e la collezione archeologica municipale"Cesare Queirolo in atti della società Savonese Storia patria II)potè scrivere nel 1919 che a Vado "si va perpetrando un sistematico saccheggio di Antichità"e che lo sviluppo delle moderne industri avrebbe reso impossibile ogni futura esplorazione.
Non è stato così perchè a partire dal 1938, grazie all'interessamento del Comune e in particolar modo dal Geometra Andrea Strumia,nominato ispettore onorario per la zona,si è registrato un increscente interesse della popolazione e dell'amministrazione civica per il musewo e per la raccolta di materiali Archeologici.
Nel 1939 fu riordinato da Nino Lamboglia ,in nuove apposite vetrine,il museo creato da Don Queirolo,ne fu redatto un moderno catalogo e ne fu pubblicata la guida nell'opuscolo"Vado Romana",che fa parte della serie degli Itinerari Liguri.
Le nuove scoperte casuali furono da allora quasi sempre segnalate e sistematicamente annotate,ed il museo cominciò ad avere rapido incremento.
Sopravvenuta la guerra ,le collezioni nel 1940 furono sollecitamente sgomberate e messe in salvo dalla soprintendenza delle Antichità della Liguria.L'attesa per il loro ripristino è stata lunga,a causa delle distruzioni belliche nel centro e negli edifici pubblici di Vado e bisognerà aspettare iol Giugno del 1954 per poter riaprire il museo.Ma contemporaneamente l' opera di ricostruzione è venuta a dare un vigoroso ed inatteso impulso alle ricerche archeologiche nel sottosuolo di Vado e si è iniziata la fase dell'esplorazione regolare dell'antica Città,che presto renderà necessaria anche per il museo la scelta di una sede più ampia.
Il progetto di costruzione del palazzo Comunale,nell'area sita di fronte alla chiesa parrocchiale che sulla piazza centrale della città,ha reso necessario lo scavo di un'ampiua zona (metri 35x16) sita entro la cerchia urbana.
L'amministrazione comunale, largamente benemerita per non aver dimenticato ,in mezzo alle preoccupazioni e all'asillo della vita pratica,la necessità di valorizzare le antichità di Vado più di quanto non sia venuto in passato,venne incontro all'esigenza manifestatadella Soprintendenza delle Antichità Liguri,che la ricostruzione del nuovo fabbricato fosse preceduta da una serie di saggi archeologici e dall'eventuale esplorazione completa della zona.
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