E' TORNATO...DAL 1300 AL 1800 ,OGGI E' RINATO: IL VINO RARO" MOSCATELLO DI TAGGIA" WINE RARE ITALIAN


IL MOSCATELLO DI TAGGIA APPRODA A VADO LIGURE

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UN VINO DALLA TRADIZIONE SECOLARE PRESENTATO IERI AL RISTORANTE IL  PESCEGATTO
MOMENTO DI DEGUSTAZIONE
vignetoUna serata all'insegna di antichi sapori e tradizioni secolari. Alla scoperta di un vino riportato sulle tavole dopo quasi trecento anni. Si parla del Moscatello di Taggia presentato ieri sera al ristorante Pescegatto di Vado Ligure da Eros Mammoliti, produttore, alla presenza del delegato per savona di GO WINE Italia il Dottor Gioacchino La Franca e il presidente del circolo enogastronomico Giorgio Zavaglia.
Vino raro, soprattutto per le quantità prodotte, basti pensare che vengono prodotte e immesse sul mercato solo 256 bottiglie l'anno.
La storia del Moscatello di Taggia ha inizio forse nel lontano 1300. Vino bianco pregiato, ottenuto da vigne dell'entroterra Taggiasco nelle valli Argentina ed Armea e che partendo per mare dalla Riva Ligure finiva anche sulle tavole dei nobili del Nord Europa. E' particolarmente amato dalla corona Inglese, i cui cantinieri avevano il divieto assoluto di tagliarlo con altre bevande alcoliche, e nelle Fiandre.Abbiamo delle tracce di questo vino nei secoli passati grazie a vari personaggi come Giacomo Bracelli , storico Genovese, che nel 1450 scrive su Taggia:è piccolo centro, ma già noto per la forte produzione di vino, soprattutto per un nobilissimo vino chiamato "MOSCATUM" ritenuto pari a quelli di Cipro, Creta e dei monti Falerni.
Negli "annali" scritti nel 1534 da Agostino Giustiniani, si racconta che il Moscatello si coltivava tra Taggia, Bussana, Castellaro, Pompeiana, Terzorio, Piano della Foce (oggi Santo Stefano al Mare) e la Marina di Taggia (oggi Riva Ligure). Il vino viene descritto di "tanta bontà che è reputato niente inferiore delle malvasie Candiotte, né dei vini Cipriotti, dé dei Grechi di Napoli".
Dal manuale "il Negotiante", di Gio. Domenico Peri, stampato a Venezia nel 1725, apprendiamo che: Le Riviere abbondano d'ogli molti delicati. I vini che nascono nel paese sono buonissimi, ma sopra tutti pretiosi i Moscatelli di Taggia.
Poi nel 1700 le fluttuazioni di mercato spingono gli agricoltori a riconvertire le vigne in oliveti ed infine con l'arrivo della Filossera a fine 800' il parassita inizia a distruggere sistematicamente quel che era rimasto della coltivazione del Moscatello. Ma un bel giorno la gloriosa storia di questo prodotto che si intrecciava già con la leggenda ha indotto l'Azienda Vitivinicola di Eros Mammoliti di Ceriana a studiare quel che era rimasto di questo vitigno per cercare di recuperarlo. Il progetto di recupero è stato realizzato con la fondamentale partecipazione della Regione Liguria e degli enti di ricerca quali il CNR e l'Università di Agraria di Torino che hanno approfondito lo studio della varietà, rappresentata da poche piante superstiti individuate e censite in zona di Ceriana, rilevandone le caratteristiche genetiche ed ampelografiche, ed eseguendone il necessario risanamento virologico in vista della sua propagazione. Detto lavoro è durato oltre 10 anni, condotto nell'Az. Mammoliti dall'ampelografa Dott.ssa Anna Schneider e dall'enologo Lorenzo Tablino. Finalmente, dopo diversi anni di prove di vinificazione, con la vendemmia 2012 si è arrivati a produrre le prime 400 bottiglie di Moscatello di Taggia Riviera Ligure di Ponente D.O.C. Ecco finalmente il vino
                             Questo è il commento sulla degustazione fatta  su i due vini.
"LUCRAETIO" Moscatello di Taggia D.O.C. Riviera Ligure di Ponente 2012 - 13 Vol. Tipologia Secca ferma, in bottiglia da 750 Cl. Alla vista colore paglierino chiaro, leggeri riflessi verdolini e viscosità nel bicchiere. Olfatto franco con note sfumate di agrume e con sentori di geranio e erbe aromatiche. Gusto piacevolmente amabile con freschezza, buona acidità e retrogusto di cotogna. Abbinamenti: come aperitivo, con antipasti di pesce anche affumicati, formaggi di capra.

"LUCRAETIO" Moscatello di Taggia Vino Bianco da uve passite 2011 – 14,5 Vol.
(la D.O.C. parte dal 2012) Tipologia Passito Dolce in bottiglie da 375 Cl. Alla vista colore giallo oro carico, notevole viscosità nel bicchiere. Olfatto floreale, fruttato con sentori di piccoli agrumi, erbe mediterranee. Gusto dolce, con evidente sapidità e freschezza in retrogusto. Abbinamenti: con crostate con confettura bianca o di agrumi, dolci alla mandorla, formaggi molli erborinati. 
Da sinistra in senso orario ,il Presidente del "CIRCOLO ENOGASTRONOMICO DELLA ROVERE DI SAVONA"Giorgio Zavaglia,al suo fianco il delegato GOWINE ITALIA   per la provincia di Savona  il Dottor Gioacchino La Franca e a seguire il produttore del vino Eros Mammoliti con la moglie.



NATA L'ASSOCIAZIONE DEL MOSCATELLO DI TAGGIA
venerdì 6 novembre 2015 15:30:00
Lo scorso 23 ottobre, presso la sede della prestigiosa École Française di Roma, che si affaccia sulla meravigliosa cornice di Piazza Navona, si è svolta la presentazione del volume “In terra vineata. La vite e il vino in Liguria e nelle Alpi marittime dal Medioevo ai nostri giorni”, curato da Alessandro Carassale e Luca Lo Basso ed edito da Philobiblon – Ventimiglia. Il corposo saggio di circa 500 pagine, che raccoglie le relazioni di storici, geografi, ampelografi, linguisti, enologi relativamente all’evoluzione e alle prospettive dell’industria vitivinicola rivierasca, è stato illustrato a un numeroso e competente pubblico dai professori Paolo Nanni (Università di Firenze), Manuel Vaquero Piñeiro (Università di Perugia) e Liliana Girini (Universidad de Mendoza – Argentina), esperti riconosciuti di storia dell’agricoltura.
Attraverso le relazioni dei presentatori è stato possibile definire le tappe salienti della storia dei vini di Liguria, da sempre considerata “minore” in un panorama italiano vasto e variegato. Così non è: si pensi solo alla Vernaccia delle Cinque Terre celebrata dai grandi poeti medievali, archetipo dell’attuale Sciacchetrà. All’altro capo della regione, nel medesimo periodo diventava sempre più importante il centro viticolo di Taggia, dove nasceva il rinomato Moscatello, dolce e profumato nettare destinato all’esportazione verso il Nord Europa e soprattutto la città di Roma, tanto da essere celebrato come il preferito da molti Papi, almeno fino al XVI secolo. Le ragioni della scomparsa di questo vino, descritto come “meraviglioso” da famosi scrittori, sono molteplici, ma si possono principalmente ricondurre alla generale crisi dell’enologia ligure di età moderna, quando i nostri produttori non seppero contrastare in modo qualitativo la forte concorrenza dell’offerta francese e spagnola.
Dopo un secolo di oblio, nel 2003 inizia un lavoro di febbrile ricerca delle piante secolari di Moscato, sopravvissute in provincia di Imperia, esperienza coordinata da enologi e ampelografi dell’Univeristà di Torino e promossa da Eros Mammoliti, intraprendente imprenditore di Ceriana. Nel 2011, su spinta degli amministratori locali e dello stesso Mammoliti, all’interno della Doc “Riviera Ligure di Ponente” viene inserita la sottozona “Taggia” – comprendente le valli Argentina e Armea e il tratto litoraneo tra i comuni di Ospedaletti e Santo Stefano al Mare, in pratica i confini dell’areale storico – nella quale poter produrre quattro tipologie di Moscatello: secco, frizzante, vendemmia tardiva o passito (il più simile all’antico nettare). L’anno seguente, provvista di tale contrassegno, esce la prima bottiglia su un totale di 114! Nel 2014 nasce l’Associazione Produttori Moscatello di Taggia, che oggi riunisce 12 aziende (le quali si attengono a un rigido regolamento di produzione) con una superficie a coltura di circa 3,5 ettari, con ben 18.000 barbatelle: per l’anno in corso si prevede di arrivare approssimativamente a 3.000 bottiglie.
Quale migliore occasione dell’assise romana per presentare il nuovo prodotto, con l’intervento dei  sommelier dell’AIS, Delegazione di Imperia, guidati da Patrizia Peotta, che ne ha illustrato agli intervenuti le caratteristiche peculiari. Sono stati quindi serviti in degustazione le seguenti tipologie: Moscatello di Taggia secco delle Aziende Agricole Mammoliti, Ferrari Giacomo e Da Parodi e Moscatello di Taggia passito dell’Azienda Agricola Zunino Antonio. A rappresentare l’Associazione Produttori Moscatello di Taggia: Eros Mammoliti (presidente), Giacomo Ferrari, Antonio Zunino, Nicola Ribul e Sandro Donzella.
Il successo degli assaggi e l’entusiasmo del pubblico testimoniano che l’obiettivo perseguito da chi ha voluto la rinascita del Moscatello è stato raggiunto. Il vino dei Papi è ritornato alle sue origini, ha per così dire riconquistato Roma e saprà sicuramente ritagliarsi uno spazio importante nel mercato enologico italiano degli anni a venire.

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